Imparare a dire no

Pubblicato da Centro Pathos il

A quanti di noi sarà capitato qualche volta di non riuscire a dire NO? 

Perché è cosi importante e cosa significa tutto ciò ? 

E’ curioso notare come una parola cosi minuscola, al momento di pronunciarla, possa scatenare effetti significativi i quali più delle volte si traducono in emozioni negative, difficili da tollerare. 

L’esprimere un rifiuto pone alcuni soggetti ad entrare in conflitto con se stessi riguardo alcuni bisogni. Da un lato, il tentativo di proteggere la propria persona e dunque i propri pensieri, dall’altro il desiderio di essere compiacenti nei confronti della persona che ci sta di fronte e pertanto conformarsi alle abitudini della propria collettività. 

Il timore che la reazione dell’interlocutore sia cosi catastrofica da non riuscire a gestire un simile conflitto; la paura di non piacere all’altro e temere che si attribuisca un giudizio negativo nei propri confronti o ancora il sentirsi incapace di riparare al “danno” recato, sono alcuni dei diversi aspetti che talvolta possono rivelarsi determinanti per il singolo comportando la negazione o l’andare contro i propri principi, valori ed esigenze.

Le ricerche dimostrano come sia facile rispondere con un si rispetto ad una determinata richiesta, a motivo del fatto che il no generi un certo disagio emotivo come ad esempio: il senso di colpa, di vergogna o timore. Una particolarità che risulta estremamente vera e tangibile quando l’individuo si ritrova a dire il suo no durante una conversazione in presenza. Non solo, con l’eventuale rifiuto, pare si diventi più propensi nell’acconsentire ad eventuali successive richieste al fine di recuperare il presunto torto compiuto, non creare ulteriori disagi e non percepire già un certo imbarazzo nel dire ancora una volta no. 

A tal proposito, diversi sono gli esperimenti sociali condotti a dimostrazione di ciò. Ad esempio, il caso di una sperimentatrice la cui richiesta esposta ad un gruppo di studenti universitari fu quella di scarabocchiare un libro presente in biblioteca. La metà dei soggetti si rivelò consenziente a tale richiesta. Ebbene, secondo la stessa il comportamento attivato da tali studenti sarebbe stato proprio quello di percepirsi appartenenti ad un gruppo sociale; di conseguenza il dire no inevitabilmente farebbe sentire a rischio di rifiuto dal gruppo stesso e dunque di danneggiare le relazioni sociali instaurate ( in questo caso tra gruppo studentesco e docente).

Tuttavia, la prima cosa da fare fra tutti è comprendere se la richiesta di fronte alla quale ci troviamo sia effettivamente occasione sfavorevole per mettere da parte i propri bisogni, valori e in generale la propria persona nonché individualità. In tal caso è necessario imparare a dire no. Come?

In primo luogo tener conto della propria assertività e secondariamente utilizzare le cosiddette asserzioni empatiche. Ma procediamo con ordine. Il concetto di assertività potrebbe essere definito come la capacità di poter esprimere in modo diretto, onesto, appropriato e determinante il proprio pensiero nel pieno rispetto della propria persona e dell’altra. Quando infatti non si è assertivi il rischio di incappare in un duplice comportamento è maggiore; la passività nell’aderire a richieste che non vogliamo soddisfare potrebbe prevalere e generare infelicità mentre il ricorrere all’aggressività con l’intento di difendere e far valere i propri diritti, ci condurrebbe però in un batter d’occhio dalla parte del torto.

Per questo esistono le asserzioni empatiche, utili per aiutare a dire no, senza ferire l’altro e di conseguenza preservare anche la relazione. Ecco alcuni esempi: 

“ So che è importante per te, ma non voglio farlo!” 

“ Ti ringrazio, ma non posso.” 

“ Preferisco rifiutare, mi spiace.” 

Riassumendo, affinché venga meno questa tendenza a rispondere in modo quasi automatico si potrebbe dunque: prendersi del tempo per rispondere e di conseguenza evitare eventuali decisioni affrettate ( Per quale motivo sto accettando? È una scelta consapevole o solo per evitare sensi di colpa?); riconoscere le proprie emozioni associate alla proposta (Questa decisione non mi convince, non mi sento sicuro…devo rifletterci ancora un pò) ed infine allenarsi facendo si che la sensazione iniziale di disagio gradualmente scompaia. 

Paulo Coelho di fronte a tale circostanza direbbe: Quando dici si agli altri, assicurati che tu non stia dicendo no a te stesso! ≫

E tu, quanto fatica fai nel dire no ? 

Ti ritieni una persona assertiva? 

Centro Pathos ringrazia la collaboratrice Chiara per la stesura dell’articolo. 


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