Farsi amabili secondo il modello di Gesù

Pubblicato da Chiara Faraone il

Ciao a tutti, carissimi amici,

continuiamo il nostro percorso che prende spunto dal libro di Enza Maria Mortellaro e Salvatore Biancorrosso, il cui titolo è: “I passi per costruire il Noi. Itinerario di discernimento nel tempo del fidanzamento”.
Scusate se vi ho fatto attendere per questo articolo in cui tratteremo quanto promesso qualche settimana fa: cosa significa farsi amabili, secondo il modello di Gesù? Per rispondere a questa domanda bisogna fare riferimento a delle caratteristiche precise:

  • Concretezza: L’amore non è un vago sentimento. L’amore cristiano è un amore soprannaturale. Ma soprannaturale non vuol dire freddo, distante, astratto. Al contrario, l’amore cristiano se non diventa vita è ritualismo, finzione. Questo significa che non serve fermarsi alle parole; dunque è troppo poco che il fidanzato dica alla fidanzata : “Io ti amo”, o viceversa. L’amore tra un uomo e una donna non può che essere incarnato, ovvero nella carne di scelte concrete e tangibili. L’Amore costa. Amare costa. E non per i regali che ci si scambia reciprocamente, ma perché com-porta, porta insieme la gioia e la fatica della relazione. La persona a cui ti rivolgi, è lei che deve sentire, concretamente, di essere amata da te.
  • Fantasia e creatività: senza la fantasia, l’amore si riduce a squallida, ordinaria amministrazione. La fantasia mi avvicina al Dio che crea. Essa, ovviamente, non perde mai il contatto con la ragione, con il buon senso, con la scelta del bene, però si manifesta coi fatti concreti, in forme originali che sorprendono. La fantasia nell’amore dà la possibilità di inventare gesti, anche piccoli, che portano novità, che aiutano il proprio partner a vivere, a sperare. Grazie alla fantasia, l’amore non si limita a ripetere dei gesti meccanici, ma inventa sempre qualcosa di stupefacente.
  • Intelligenza: occorre amare in maniera intelligente, perché l’intelligenza non fa perdere i contatti con la concretezza. Un amore senza intelligenza è disincarnato, avulso dalla realtà. Dall’altra parte, un amore guidato solo dall’intelligenza non si può chiamare nemmeno amore perché risulta fredda programmazione.
  • Delicatezza: l’Amore, per risultare autentico, dev’essere contraddistinto da uno stile di delicatezza, tenerezza, sensibilità. Delicatezza vuol dire saper riconoscere prima, e dunque rispettare poi, i “tempi e i modi” dell’altro. A volte si giunge a conclusioni affrettate e si rischia di pensare di non essere amati, se l’altro non fa o dice ciò che ci si aspetta che faccia. Saper attendere non le parole che l’altro vorrei mi dicesse, ma accogliere semplicemente ciò che l’altro mi dona, senza pretese. Questa è la sfida di tante coppie: mantenere un equilibrio tra la delicatezza di una carezza e la passione bruciante di chi desidera l’amato più di ogni altra cosa. Il troppo…. stroppia!

Alla luce di quanto detto, vi lascio degli spunti per riflettere:

  • Comprendi che amare “costa”?
  • Sai amare in maniera creativa?
  • Sai amare in maniera intelligente?
  • Sai riconoscere i “tempi e i modi dell’altro” con delicatezza?

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Categorie: Coppie

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