ISTRUIRSI PER DIVENIRE COSCIENTI

“A scuola non ci voglio andare. Mi secca!”

Quante volte ci è capitato di sentir dire questa frase?

O forse..quante volte anche noi abbiamo pensato lo stesso?  È solo un caso?

Fin da piccini, veniamo educati all’idea che la scuola, dopo l’ambiente domestico, sarà il luogo in cui investiremo buona parte del tempo della nostra esistenza, perché così dev’essere, non ricevendo, né dai nostri genitori, né dalla società più in larga scala, una comprensibile motivazione che stimoli la nostra curiosità, fin dalla tenera età, ad andare, crescendo con la visione secondo cui “dovremmo farlo perché va fatto”, per adempiere ad un dovere che ci è stato richiesto. In realtà la questione è ben più complessa di come appare e ben più interessante di come spesso la si vive. Perché se volessimo indagare i motivi che inducono un paese, ad investire così tante risorse nell’istituzione scuola, potremmo pensare con facilità ma non banalmente, al futuro che avrà modo di costruirsi tutta la gente che diverrà parte fondante della stessa società con la quale si relazionerà quotidianamente.

Ma cosa vuol dire esser capaci di costruirsi un futuro?

Con fermezza potremmo sostenere che, si acquisisce coscienza di quali siano i propri diritti in quanto esseri umani e a quali maniere appellarsi per poterli rivendicare, imparando sempre più a compiere delle scelte in modo appropriato, scelte in linea con ciò che potrà renderci felici, fieri, soddisfatti di ciò che siamo e rappresentiamo nel mondo. Per cui andare a scuola, per chi non lo avesse imparato sinora, d’ora in poi significherà avere una gigantesca opportunità tra le mani, da dover cogliere, comprendere e sfruttare al meglio, per divenire ciò che di più grandioso potremmo essere, per noi e per chi ci ama.

Centro Pathos ringrazia la collaboratrice Dorothy per la stesura dell’articolo.

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